Lo Studio d’Arte Andromeda è un’associazione culturale trentina che da quasi cinquant’anni opera in campo internazionale negli ambiti della satira, illustrazione, pittura, grafica e fumetto. Si tratta di una galassia umana accogliente e divertente che veicola e promuove diverse necessità espressive e differenti tecniche artistiche. Ospitati oggi all’interno di Palazzo Bortolazzi, un edificio del Cinquecentesco nel centro storico di Trento, oltre ad organizzare la rassegna internazionale “Città di Trento”, gli “Andromedari” li abbiamo spesso visti fuori dalle loro antiche mura, disegnare legami e illustrare collaborazioni con numerose realtà culturali trentine animando tante attività creative in occasione di festival, mostre, rassegne, eventi e progetti sociali, didattici e ludici. Oggi vi raccontiamo chi sono, cosa fanno e come la loro cultura artistica sia riuscita in modo brillante a raccontarci molti degli Obiettivi per lo Sviluppo dell’Agenda 2030. Lo facciamo con la loro presidente: Nadia Baldo.
Di Alessandro Graziadei
Grazie mille della disponibilità Nadia. Iniziamo da lontano, da quando nell’estate del 1977 nasce la vostra associazione culturale. Con quali finalità e con quale spirito?
NB: In quel periodo di grande fermento e di grandi prospettive il senso di partecipazione era davvero vivace. Anche la certezza che il proprio fare producesse un effetto su società e scelte politiche era di forte stimolo. Così anche nel mondo dell’arte. Tre artisti trentini, Giuliano Bommassar, Maria Salvati e Pierluigi Negriolli decisero di costituire un gruppo, una galassia di artisti appunto, con lo scopo di fare arte insieme e di divulgarla.
Come è stato accolto, allora, questo progetto culturale dalla società trentina?
NB: È apparsa da subito una grande realtà, molto partecipata, molto vivace, in movimento, aperta al nuovo e molto propositiva. Numerosissime e ancora oggi citate le meravigliose mostre dei disegnatori di Andromeda, che portarono davvero aria nuova in Trentino.
Oggi l’Andromeda è diventata una delle protagoniste del panorama culturale trentino con una serie di iniziative creative e artistiche. Ci racconti quali sono i vostri principali impegni ed appuntamenti annuali?
NB: Due i principali eventi: la Rassegna Internazionale di Satira ed Umorismo Città di Trento, e la partecipazione al Festival dell’Economia con uno spazio tutto nostro fin dalla prima edizione, 20 anni fa. Ma le nostre attività sono numerose e variegate: i laboratori di disegno per bambini e ragazzi, i corsi di arti varie per adulti, le attività anche all’aperto per ragazzi, le mostre… Molti dei soci di Andromeda sono artisti: disegnatori, scultori, scenografi, fotografi, pittori, e sono essi stessi i docenti nei vari corsi. Spesso però ospitiamo artisti esterni per continuare ad arricchirci e non fossilizzarci nelle nostre modalità.
Come mi dicevi tra le vostre iniziative la più famosa è la vostra Rassegna Internazionale di Satira e Umorismo “Città di Trento”, che riesce a connettere e convogliare creativi e illustratori satirici da tutto il mondo portando a Trento opere e autori internazionali negli ambiti della satira, dell’illustrazione, della grafica e del fumetto. Ci racconti cos’è e cosa è diventata per voi e per Trento questa Rassegna annuale?
NB: Vitalità, vera passione per la satira e il disegno umoristico, relazioni nel mondo, grande voglia di fare e di condividere hanno ispirato ai soci di Andromeda e soprattutto alla grande Toti Buratti l’idea di connettere gli artisti di tutto il mondo. Questo successe nel 1979 e la rassegna si distingue ancora oggi per la sua grande diffusione e attualità. Anche quest’anno sono giunte a Trento 811 opere di 346 artisti provenienti da 56 paesi da ogni continente.
Quest’anno la Rassegna di Satira e Umorismo, visitabile fino a domenica 2 novembre presso Palazzo Trentini a Trento, è dedicata agli “invisibili”, quelli che non vediamo, e forse anche quelli che non vogliamo vedere. Chi sono gli invisibili per gli artisti che hanno partecipato alla vostra rassegna e per i tre che hanno vinto quest’anno?
NB: Tra le 811 opere pervenute, tutte di ottimo livello, lo spazio a disposizione per l’esposizione ne ha imposto una selezione da parte della autorevolissima giuria ed ora 150 di esse sono visibili nella bellissima mostra di Palazzo Trentini, a Trento. Sono lavori che fanno sorridere, talvolta anche ridere ma soprattutto fanno pensare, inducono all’autocritica, ci fanno avvertire fisicamente le ingiustizie, le ipocrisie, le superficialità che operiamo ogni giorno anche nelle nostre città e perfino nelle nostre case. I temi più frequentati sono quelli che effettivamente abbiamo sott’occhio quotidianamente: l’indifferenza del mondo consumistico verso il disagio, la povertà, il diverso, ma anche il pericolo dell’arrivismo, dell’individualismo, della rincorsa del profitto, della mancanza di senso critico… Presenti anche i temi guerre ed armamenti come, seppur in misura minore rispetto agli anni precedenti, l’incognita rispetto ai pericoli che possono derivare dall’uso inconsapevole e passivo della tecnologia. A mio parere quest’anno le opere raggiungono un livello artistico anche più alto rispetto alle edizioni degli ultimi anni.
Le vostre numerose iniziative artistiche hanno spesso un forte legame con una dimensione sociale ed esistenziale, dimensioni che la satira, l’illustrazione e il fumetto sanno raccontare ed esprimere in modo talvolta illuminante. Guardando la Rassegna di quest’anno e ricordando alcune degli anni precedenti pensi che si possa parlare di “creatività allo sviluppo”?
NB: La consapevolezza, la riflessione, la conoscenza non possono che portare ad un maggior senso della giustizia. Porre l’attenzione su alcuni temi scomodi che spesso si preferisce evitare, e tra questi non dimentico l’ambiente, conducono senz’altro nella direzione dello sviluppo sostenibile . La satira, l’illustrazione umoristica ed il fumetto portano con sé una forte capacità di comunicare e far riflettere rafforzata dai superpoteri dell’umorismo e della leggerezza che spesso sono vincenti nell’efficacia della informazione.
Quest’anno avete ospitato anche la mostra THERE IS A VOICE / FI SWAT del collettivo Collettivo palestinese MARSAM 301, con sede a Betlemme. Una mostra che ci ricorda l’importanza anche dell’arte e della sua possibilità di parlare al Mondo anche in tempi di guerra.
NB: Quello delle guerre nel mondo è il capitolo oggi più tragico e ci pare che abbia molto bisogno anche dell’arte per raggiungere uno sperabile allentamento. L’arte sa essere davvero capillare e multilingue, sa entrare nel cuore e nello stomaco, sa parlare agli strati più profondi della nostra anima. Per gli artisti l’impegno civile dovrebbe essere un dovere morale e quasi sempre in effetti lo è.
Da sempre molte delle vostre iniziative coinvolgono i giovani, a cominciare dalle tante attività laboratoriali gratuite avviate ormai molti anni fa da Assunta Toti Buratti (meglio conosciuta come Toti), che per anni è stata l’ anima di molte di queste attività. In un mondo sempre più virtuale e omologante, il disegno e la creatività fanno ancora breccia nelle nuove generazione?
NB: Vedere i bambini nelle nostre sale accompagnati da docenti preparati proprio nell’insegnamento dell’arte all’infanzia è sempre divertente e mette di buonumore! Non appena i ragazzini entrano in contatto con questo mondo ne rimangono affascinati. Pasticciare con i colori, disegnare, costruire popup o oggetti con carta e cartoncino fa parte di loro, nutre la loro creatività e favorisce l’espressione anche nei bambini che hanno più difficoltà ad aprirsi. Avvicinarli a questo mondo fin da piccoli aiuterà i ragazzi di domani a non rimanere soggiogati da un modo tecnologico che li allontana dalla relazione e li rende fruitori passivi di contenuti spesso veramente miseri. Rispondo quindi alla tua domanda con un chiaro sì. Ma certo gli adulti devono favorire l’avvicinamento al mondo della creatività o potrebbero rimanere facili vittime del più rumoroso, appariscente e invadente mondo tecnologico.
Negli anni c’è stato chi ha trasformato queste esperienze in professioni?
NB: Anche, ma non solo tra i soci attivi di Andromeda ci sono ex allievi e frequentatori dei laboratori. Oggi sono professionisti ormai affermati con impieghi in case editrici oppure in agenzie di comunicazione mentre altri hanno scelto la libera professione ed hanno già diverse pubblicazioni al loro attivo.
Dall’esperienza dell’Andromeda è nato anche il collettivo “Queste Donne”, con quali finalità?
NB: Toti Buratti, che è stata ispiratrice di diverse iniziative in Andromeda, ha voluto dare vita, qualche anno fa, all’attività di gruppo di alcune giovani artiste che frequentavano la nostra sede. L’intento era quello di stimolare una riflessione sul fare arte al femminile o quanto meno di verificare se esiste un fare arte al femminile. Il gruppo si è poi allargato e le artiste trovano stimolo vicendevole e partecipano ad eventi su tematiche prevalentemente di genere. Ma si dichiarano aperte a lavorare su questi temi con il contributo degli uomini che certo porterebbero una visione più completa e stimolante. Oggi mi sembra evidente quanto il livello artistico delle ragazze del gruppo sia notevolmente più elevato, grazie anche agli stimoli che ormai con una certa costanza vengono offerti loro e alle importanti pubblicazioni internazionali ( Fenhamizah, Buduar, Eudonna ed altre) che le ospitano con regolarità.
Oggi l’Andromeda ospita anche i “Matinèe all’aroma di Caffè”, un programma di incontri gratuiti la domenica mattina dalle 10:30 alle 12:00. Di cosa si tratta?
NB: Come ci divertiamo a dire, facendo il verso al linguaggio delle serie televisive, siamo ormai alla “Terza Stagione” di questi incontri nati dalla nostra curiosità, dalla voglia di scoprire cosa c’è dietro a professioni che conosciamo solo come fruitori ma che sono affascinanti e piene di aspetti sconosciuti ai più. La domenica mattina in inverno, se non siamo sportivi o il tempo è bigio, a volte non ci restava che fare il “giretto al sass”. Oggi invece possiamo passare in Andromeda per una interessante chiacchierata ed un pasticcino da inzuppare nel caffè che Andromeda offre volentieri a tutti. Ciò che muove tutti noi è la voglia di conoscenza, il piacere di stare insieme a chiacchierare di cose interessanti, la condivisione, la consapevolezza che le associazioni come la nostra devono vivere ed essere sempre più aperte e accoglienti ed espandere la possibilità di partecipazione a un numero sempre maggiore di interessati: é questa una delle strade maestre per non soccombere all’individualismo e all’isolamento che poi portano a diventare più facilmente semplici consumatori annoiati e cittadini sempre più passivi.
Oggi l’Andromeda, da piccola realtà trentina, è arrivata fino al WOW, il museo del fumetto di Milano…
NB: Sì, ed è un grande onore! Ora il fumetto sta vivendo un suo momento d’oro e noi aiutiamo anche i più piccini a conoscerne il linguaggio e ad appropriarsene per poi… chissà… permetterci di leggere in futuro nuove grandi storie a fumetti!
Grazie mille Nadia a te e a tutti gli “Andromedari” per questa vostra galassia di “creatività allo sviluppo” che da quasi cinquant’anni riempie di cultura, arte, satira e umorismo l’universo trentino.


