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Abitare la Terra 2030 è un servizio di informazione gratuito curato da Fondazione Fontana onlus e sostenuto dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani assieme al Non Profit Network-CSV Trentino. Fondato sui temi della promozione e sviluppo del volontariato, della cooperazione internazionale e tutela dei diritti e promozione della pace, si muove nella cornice dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

L’autosviluppo delle comunità: il vero antidoto allo sfruttamento

Le disuguaglianze globali sono sempre più ampie e rappresentano uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile e alla lotta contro la povertà. Negli ultimi anni in molti Paesi le disuguaglianze sono aumentate limitando la possibilità di alcuni settori della società di partecipare alla vita sociale, culturale, politica ed economica. L’Obiettivo 10 dell’Agenda 2030 è incentrato sulla riduzione delle disuguaglianze all’interno degli Stati e tra gli Stati stessi ed è uno degli scopi del Gruppo Volontariato Trentino (GTV) che ormai da 25 anni opera nell’ambito della cooperazione internazionale e dell’educazione alla cittadinanza globale in alcune comunità del Sud Est Asiatico con particolare attenzione ai diritti dei soggetti più vulnerabili come bambini, donne e minoranze. Ne abbiamo parlato con Benedetta Massignan, coordinatrice in Italia delle attività del GTV.

Di Alessandro Graziadei

Ciao Benedetta e grazie per il tempo che avete deciso di dedicarci. Ci racconti quando è nato il GTV e perché?

GTV è nato nel 1999, inizialmente per sostenere gli ospedali nel nord del Vietnam, in un paese e in un contesto post bellico dove la qualità della vita e dei servizi erano molto basici. Fu in particolare il dott. Dino Pedrotti, storico neonatologo trentino, che, assieme al gruppo di ANT – Amici della Neonatologia Trentina, accolse le richieste di supporto di un ospedale vietnamita: nacquero i primi progetti che portavano materiali e formazione per i reparti di pediatria e neonatologia, grazie a specifiche raccolte fondi e missioni di infermiere e medici. Dopo poco, visti i tantissimi bisogni di quel paese anche fuori dagli ospedali, ANT decise di dar vita a una nuova associazione, GTV appunto, che si occupasse anche di sviluppo di comunità e lotta alla povertà nelle aree più svantaggiate del Vietnam.

Qual è la vostra mission, i vostri valori e quali sono oggi i vostri principali ambiti di intervento?

GTV è un’Organizzazione di Volontariato che si occupa di Cooperazione Internazionale.

La nostra Mission è “Costruire un ponte tra Occidente e Oriente verso un nuovo domani”. Si intuisce che GTV vuole collaborare tra paesi, portando esperienze, professionalità e solidarietà al di là dei confini italiani. I nostri valori sono Relazione, con e tra le persone al centro dei progetti; Responsabilità, verso le risorse, i donatori ed i contesti dove lavoriamo; Rispetto, per il tempo che viviamo; Democrazia interna che dà valore al gruppo.

Questi mission e valori vengono messi in pratica in azioni di varia natura, secondo un approccio di “cooperazione di comunità”, ovvero lavorando per molti anni negli stessi luoghi, per cercare di rispondere ad esigenze diverse di sviluppo della popolazione locale. I nostri progetti spaziano dal sostegno alle attività agricole di donne e famiglie, al sostegno alle scuole con materiali e infrastrutture (anche con il programma di Sostegno a Distanza), a progetti di lotta alla malnutrizione e accesso all’acqua e all’igiene. Attualmente operiamo nel Distretto di Xin Man, in Vietnam, nella provincia di Kampong Chhnang in Cambogia e nell’isola di Atauro in Timor Est.

Il “ponte tra Occidente e Oriente” della nostra mission si concretizza poi anche con i viaggi solidali che promuoviamo ogni anno.

Tra le vostre attività ci sono, appunto, anche i viaggi solidali in Vietnam. Dopo la lunga pausa a causa del Covid-19 nel 2023 sono finalmente ripartiti. In che modo il turismo responsabile è una forma di sviluppo?

I viaggi per GTV sono una modalità concreta per far conoscere alle persone italiane, soprattutto trentine, le attività e l’impegno della nostra associazione, portando i viaggiatori nelle comunità più remote del nord del Vietnam dove operiamo e facendo vivere loro un’esperienza unica di conoscenza e relazione con popolazioni lontanissime da noi, sia geograficamente che come stile di vita. Un modo insomma per uscire dalla propria zona di comfort e riflettere sulle disuguaglianze internazionali e su quelli che sono i diritti umani.

Le attività turistiche sono però anche un mezzo concreto per sostenere lo sviluppo economico di queste comunità svantaggiate: i gruppi di viaggiatori accompagnati da GTV spendono diversi giorni nelle “homestay”, case locali dedite all’accoglienza dei viaggiatori, dove il cibo e i servizi sono molto essenziali, ma diventano una fonte di reddito fondamentale per famiglie che si occupano, altrimenti, di sola agricoltura di sussistenza.

Oltre agli alloggi, anche i fondi portati dai viaggiatori per i pasti, i trasporti e le guide locali mettono in moto un’economia quanto più possibile solidale, tenendo fissi i concetti di sostenibilità anche ambientale e sociale. Le comunità locali sono così le protagoniste dello sviluppo turistico del loro distretto.

Questo tipo di viaggio lo riproporrete anche nel 2024 e se sì sapete già con quale itinerario?

Sì, anche quest’anno proporremo un viaggio ad ottobre, grazie alla collaborazione con l’agenzia Viaggigiovani.it. Il gruppo avrà la possibilità di visitare Xin Man, il distretto dove opera GTV, ma anche la capitale Hanoi, la bellissima Baia di Halong e poi, nel sud del paese, il delta del Mekong e la città di Ho Chi Minh City.

Avete da poco concluso il progetto POEMA, con corsi di formazione e la creazione di biblioteche. Ci raccontate cosa sono e quale comunità interessa?

POEMA – Project for Opposing Early MArriages, è un progetto che mira a creare formazione e sensibilizzazione sul tema dei matrimoni precoci, una vera ingiustizia sociale che ancora oggi spesso vediamo accadere nel Distretto di Xin Man dove operiamo.

Dopo aver seguito la storia di due ragazze sostenute con il programma di Sostegno a Distanza che a soli 15 anni hanno lasciato la scuola per andare a vivere autonomamente e diventare madri, GTV ha voluto dedicare un progetto specifico alla lotta ai matrimoni precoci: è nato così nel 2023 questo progetto. Nonostante nel 2014 il Vietnam abbia dichiarato ufficialmente illeciti i matrimoni per uomini minori di 20 anni e per donne minori di 18 anni, quasi il 15% delle giovani donne vietnamite ha avviato un’unione fuori dalla famiglia prima dei 18 anni; con numeri molto inferiori, questo accade anche per gli uomini. I matrimoni precoci in Vietnam avvengono soprattutto nelle regioni montuose del nord e tra le etnie minoritarie, proprio dove opera GTV: oltre la metà delle donne H’mong e quasi un quarto delle donne Tay, Thai, Muong e Nung si sposano prima dei 18 anni. Le cause sono la povertà economica, le scarse opportunità di carriera, l’isolamento delle etnie del nord. Gli effetti implicano invece l’impossibilità per i giovani di concludere gli studi, cercare la propria strada e cercare di cambiare il destino di povertà che hanno vissuto in famiglia.

Per GTV era quindi importante provare a lasciare un segno su questi temi. Nei 12 mesi di progetto abbiamo creato opportunità di formazione e riflessione per studenti, insegnanti e comunità sui temi dei diritti dell’infanzia, legge di famiglia, parità di genere, educazione sessuale e effetti dei matrimoni precoci e consanguinei. Abbiamo anche sostenuto le famiglie più povere, i cui figli/e sono più a rischio di abbandonare la scuola, con sostegno al reddito, materiali scolastici e incontri personalizzati.

Il GTV considera l’autosviluppo delle comunità il vero antidoto allo sfruttamento. In che modo i vostri progetti lo favoriscono?

Soprattutto in Vietnam stiamo vedendo come lo sviluppo stia avvenendo in maniera rapida e spesso non in linea con i principi di sostenibilità. Grandi marchi occidentali sfruttano la manodopera locale con una grande sperequazione nella distribuzione della ricchezza prodotta: spesso donne e ragazze/i molto giovani che lasciano le proprie famiglie nelle campagne per lavorare a cottimo in fabbriche che non garantiscono loro i più diritti basici e li fanno entrare a volte in fenomeni di schiavitù moderna. Ci sono poi storie di tratta di esseri umani e di povertà urbana che spesso interessano proprio persone povere provenienti dalle campagne, dove non hanno via d’uscita dalla spirale di povertà in cui sono inserite da generazioni. Nei villaggi dove operiamo incontriamo spesso figli/e minori lasciati in cura ai nonni anziani, proprio perché per molti mesi consecutivi i genitori lavorano lontano cercando di migliorare la propria economia; spesso perdiamo anche le tracce di adolescenti che lasciano la scuola per iniziare a lavorare in zone industriali molto lontane e senza una rete di sicurezza.

Seguire il concetto di “autosviluppo” delle comunità dove operiamo per GTV significa cercare di stare a fianco di queste famiglie, raccoglierne le storie e i bisogni, riflessione comune sui possibili interventi da compiere, con l’obiettivo di migliorare le loro condizioni di vita e lavoro nelle zone rurali dove storicamente vivono ed evitare la caduta in processi di sfruttamento come quelli descritti sopra.

Quali ricadute ha sulla comunità trentina il vostro lavoro?

Oltre ai progetti all’estero, GTV pone molta energia e attenzione alle azioni di Educazione alla Cittadinanza Globale: ogni anno entriamo in moltissime classi, dalle scuole materne alle scuole superiori, per far riflettere studenti e studentesse sulle disuguaglianze che, enormi, esistono ancora e sempre di più nel nostro pianeta, sui diritti umani e sugli obiettivi dell’Agenda 2030. Oltre ai percorsi scuola, promuoviamo eventi per la cittadinanza, non solo di raccolta fondi, ma anche di discussione e sensibilizzazione.

In particolare, in questo momento GTV partecipa alla “campagna 070” (www.campagna070.it), per sensibilizzare la cittadinanza e le scuole sugli impegni che anche l’Italia ha siglato a livello internazionale, ovvero sostenere e promuovere la cooperazione allo sviluppo destinandovi almeno lo 0,70 della propria ricchezza nazionale. Andiamo così nelle classi, assieme ad altre associazioni partner, per far riflettere sulle motivazioni che ci portano a continuare a fare cooperazione internazionale, in un quadro desolante di sfruttamento, povertà e cambiamenti climatici.

GTV lavora da sempre in sinergia con altre organizzazioni ed associazioni della società civile, sia italiana che asiatica. Quali sono i vostri principali partner nelle comunità nelle quali operate e qual è il loro ruolo?

In Vietnam, dove abbiamo una sede ufficiale e due collaboratori, lavoriamo sempre in stretto contatto con le autorità locali dei villaggi e dei distretti in cui si svolgono le attività. Il Vietnam è un paese molto istituzionalizzato e gerarchico, serve una grande collaborazione con le autorità amministrative locali che devono dare il via libera ufficiale ad ogni azione prima del suo inizio. Questi funzionari appoggiano molto i nostri interventi, rendendosi conto dell’importanza di migliorare la condizione di vita, di lavoro e di istruzione delle loro comunità. Lavoriamo inoltre assieme alle scuole, al corpo docente e al Dipartimento di istruzione, e all’Unione delle Donne, l’ente che mira al miglioramento della condizione femminile in ogni villaggio, essendo una fitta rete presente con struttura piramidale su tutto il territorio nazionale. Infine, una grande ricchezza per GTV in Vietnam è la partnership con associazioni no profit e reti di volontariato nazionale: ogni anno una ventina di giovani studenti universitari vietnamiti partecipa alle attività del nostro programma di Sostegno a Distanza, promuovendo giochi e laboratori educativi ai bambini/e sostenuti/e.

In Cambogia e Timor Est, dove abbiamo in corso dei progetti molto più piccoli, collaboriamo invece con dei partner locali di cui ci fidiamo, che andiamo a visitare e con cui manteniamo costanti rapporti e scambi di informazioni.

Ogni anno svolgi una missione di monitoraggio di progetti e di  visita alle comunità che ospitano i vostri progetti. Come hai trovato recentemente la situazione e quali sono i principali progetti che avete in cantiere per questo 2024?

Per poter svolgere il mio lavoro di coordinamento e riportare ai volontari di Trento informazioni chiare e aggiornate è fondamentale incontrare di persona i bambini, le famiglie e le comunità beneficiarie dei progetti GTV. In generale, mettersi a confronto con la povertà più estrema non è mai facile. Si torna a casa sempre con una sensazione di non fare abbastanza, soprattutto di non far capire abbastanza a chi ci vive vicino quanto le disuguaglianze internazionali sono profonde e come impattano sulla vita quotidiana, sulle scelte di vita e sui sogni di minori e adulti che incontriamo. Si tende a rimettere in discussione scelte e stile di vita quotidiani, troppo spesso legate dettate da un consumismo sfrenato.

Nel corso del 2023 ho visitato il Distretto di Xin Man, incontrando i 104 bambini sostenuti a distanza, le scuole e le autorità locali: è stato questa un’occasione per progettare le attività che stanno iniziando in questi mesi. Nel 2024 continueremo infatti la nostra mission di supporto a questo Distretto con un grande progetto di lotta alla malnutrizione (che comprende la creazione di un acquedotto per le coltivazioni di riso e ortaggi, creazione di orti scolastici, corsi di potenziamento delle tecniche agricole e zootecniche per donne, corsi sulla corretta nutrizione e distribuzione di input agricoli), con un progetto di accesso all’acqua potabile per due villaggi (con l’installazione di filtri per la depurazione dell’acqua nelle case e nelle scuole) e con la continuazione del programma di Sostegno a Distanza.

Nel 2023 ho però visitato anche la Provincia di Kampong Chhnang, in Cambogia, una zona colpita da una forte alluvione dove abbiamo concluso un progetto di supporto e ricostruzione per le case e per le scuole, anche con l’obiettivo di rendere la comunità più resiliente a questo tipo di fenomeni meteorologici estremi. In questa zona continueremo anche nel 2024 il supporto a due scuole “informali”, ovvero frequentate da bambini apolidi (di origine vietnamita) che non hanno accesso alle scuole pubbliche cambogiane, non essendo riconosciuti cittadini e non avendo neppure il certificato di nascita.

Infine, tra poco partirò per l’Isola di Atauro, a Timor Est, dove per la prima volta incontrerò la comunità che stiamo sostenendo con un progetto di accesso all’acqua (con la creazione di cisterne per la raccolta di acqua piovana, visti i cambiamenti climatici in corso e le sempre più prolungate siccità). Nel 2024 inizieremo qui anche un progetto di lotta alla diffusione della febbre dengue.

A giugno celebrerete i 25 anni di attività, un traguardo importante per un’associazione. Come pensate di festeggiare questo importante traguardo?

Abbiamo in programma un “grande” evento per celebrare questo importante traguardo: il 15 giugno 2024 promuoveremo infatti una tavola rotonda sul tema dello sviluppo del Vietnam nell’ultimo quarto di secolo, con la presenza dell’Ambasciata del Vietnam in Italia, con docenti dell’Università di Trento e figure istituzionali. Per la stessa occasione organizzeremo anche attività culturali (con la collaborazione del Centro Hoan Son e il Coro Altreterre) e diffonderemo, con una pubblicazione ed un video collettivo, quelli che sono stati i traguardi e l’impegno della nostra associazione in tutti questi anni.

Grazie mille per la disponibilità e per l’impegno che da 25 anni contribuisce allo sviluppo delle comunità dove operate oltre che di quella trentina!