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Abitare la Terra 2030 è un servizio di informazione gratuito curato da Fondazione Fontana onlus e sostenuto dal Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani assieme al Non Profit Network-CSV Trentino. Fondato sui temi della promozione e sviluppo del volontariato, della cooperazione internazionale e tutela dei diritti e promozione della pace, si muove nella cornice dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.

#ATrentoVolo: il 2024 di Trento Capitale Europea del Volontariato

“Non ci può essere dono più grande di quello di dare il proprio tempo e la propria energia per aiutare gli altri senza aspettarsi nulla in cambio”.

Questa citazione, attribuita a Nelson Mandela, sintetizza forse il vero spirito del volontariato. Il nostro tempo, il bene più prezioso, è dedicato allɜ altrɜ, in uno tra gli atti più altruistici che possiamo fare per la comunità. Attraverso lo sforzo condiviso, il contributo reciproco e la gioia di fare e stare insieme, il volontariato diventa uno strumento per arricchire lo spirito della collettività e costruire una società migliore.

Ormai è risaputo: il 2024 sarà l’anno di Trento Capitale Europea del Volontariato.
In un momento cruciale per la comunità e il territorio trentini, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà a Trento domani, 3 febbraio, per inaugurare quello che si prospetta un anno ricco di eventi e pregno di significato.
Ne parliamo con Maddalena Recla, del Centro Servizi Volontariato Trentino e membro della Cabina di Regia Trento Capitale Europea del Volontariato.

Il 2024 sarà l'anno di Trento Capitale Europea del Volontariato. Il 3 febbraio il Presidente Mattarella sarà a Trento per inaugurare l'anno di Trento Capitale. Nella foto Sergio Mattarella.

Sabato 3 febbraio, Sergio Mattarella sarà a Trento per inaugurare l’anno di Trento “Capitale Europea del Volontariato”.

 

Cos’è una “Capitale Europea del Volontariato”?

MR: “Capitale Europea del Volontariato” è un titolo istituito nel 2013 dal Centro Europeo del Volontariato di Bruxelles (CEV nda), un ente che ha lo scopo di promuovere i valori di democrazia e solidarietà legati al volontariato, sia a livello europeo, che a livello locale. L’idea con cui è stata lanciata questa iniziativa, quindi, è stata proprio quella di rafforzare e promuovere le attività di volontariato a livello locale.
Trento è la decima città ad ottenere questo titolo. Negli anni, si sono alternate Berlino, Lisbona, Danzica, Sligo e anche Padova, nel 2020.

 

Perché Trento ha deciso di candidarsi per questo titolo?

MR: È una candidatura frutto di un associazionismo molto forte e radicato. A tal proposito, sappiamo con certezza che i valori legati al volontariato sono molto sentiti su tutto il territorio provinciale. Un fenomeno confermato dai dati, che ci mostrano come, in città, circa una persona su cinque sia impegnata in attività di volontariato, posizionando Trento, la Provincia e la Regione tra i territori con la percentuale più alta di persone attive. Questo è un aspetto che mi sento di sottolineare, perché le iniziative e la carica di “Capitale Europea del Volontariato” non è da intendersi come un titolo che riguarda solo la città di Trento, ma tutto il territorio provinciale.

 

A questo proposito, come si è arrivati alla nomina di Trento a “Capitale Europea”?

MR: Il percorso è stato attivato nel 2022 attraverso un processo partecipato e partecipativo, che ha permesso di identificare e costruire i contenuti da inserire nella domanda da sottoporre al CEV.
Innanzitutto, è stato redatto un questionario, diffuso tra più di cinquecento realtà locali, per mappare associazioni, spunti, aree tematiche e campi d’azione. Poi sono stati attivati laboratori di ascolto e altri momenti più operativi, per identificare le sfide principali che il volontariato e il territorio si ritrovano ad affrontare. Possiamo dire, quindi, che quella di Trento è stata una candidatura basata sui dati, ma soprattutto sulle indicazioni e gli stimoli della cittadinanza e delle associazioni di volontariato.

 

l passaggio di consegne tra le autorità di Trondheim, ultima

Il passaggio di consegne tra le autorità di Trondheim, ultima “Capitale Europea del Volontariato”, e Trento.

 

Il percorso di “Capitale Europea del Volontariato” dura solo un anno? Cosa possiamo aspettarci dai prossimi dodici mesi?

MR: L’anno di riferimento di Trento “Capitale Europea del Volontariato” è il 2024, ma i prossimi dodici mesi devono essere visti come un punto di inizio. Le linee strategiche che si cercherà di implementare nel corso di quest’anno, che sono state sottoscritte in particolar modo dal Comune di Trento, hanno una durata quinquennale e possiamo dire con certezza che avranno una valenza politica che andrà ben oltre il 2024.
Per quanto riguarda gli eventi sul territorio, nel giro dei prossimi dodici mesi sono previste numerose iniziative. A questo proposito, credo sia importante sottolineare che l’intento del comitato organizzatore è quello di dare visibilità e supporto alle proposte delle associazioni di volontariato locali, evitando il più possibile la creazione di sovrastrutture o sovrapposizioni.
Nel corso dei prossimi mesi, poi, ci saranno anche dei laboratori, aperti alla cittadinanza, dove cercheremo di dare dei riscontri su quello che sta succedendo sul territorio. Ma saranno attivati anche dei gruppi di lavoro, dedicati alle diverse sfaccettature del volontariato (come la sensibilizzazione nelle scuole, il volontariato d’impresa, gli scambi europei), che andranno ad approfondire diverse questioni focali per lo sviluppo del territorio e la crescita delle realtà che fanno volontariato.

 

Quali sfide avete individuato e che obiettivi vi ponete per questo percorso?

MR: Trento “Capitale Europea del Volontariato” è una sfida e un’opportunità allo stesso tempo. L’obiettivo principale è quello di tenere insieme i vari ragionamenti delineati all’interno delle linee strategiche per i prossimi cinque anni. Certo, riconosciamo che si tratta di una strategia molto ambiziosa, che riguarda varie dimensioni del volontariato: si va dalla visibilità del volontariato, alla promozione nei confronti delle nuove generazioni, fino alla creazione di un collegamento più efficace tra pubblica amministrazione e volontariato. Ma sappiamo anche che questo 2024 è solo l’inizio. I dodici mesi che stanno per arrivare ci offriranno l’opportunità di affrontare alcuni temi davvero importanti, che altrimenti farebbero fatica ad emergere. Questioni come il peso della burocrazia, l’evoluzione delle forme volontarie e tutte quelle che citavamo poco fa. Ci auspichiamo e faremo in modo che questi ragionamenti possano andare avanti anche dopo il 2024.
Lo sappiamo, ad osservarle, le sfide e le opportunità legate al volontariato possono sembrare tante, ma “Trento Capitale” può rappresentare l’occasione giusta per parlarne.

 

Per seguire la programmazione e restare aggiornatɜ su quello che succederà nei prossimi mesi, il comitato organizzatore di Trento “Capitale Europea del Volontariato”, ha aperto un sito dedicato.